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Progetto "lava lava"
Dal mese di luglio 2020 ( in piena Pandemia) l’associazione in risposta al bisogno di trovare una collocazione lavorativa e fornire un apprendistato a ragazzi fragili che non riuscivano a trovare collocazione sul territorio ha creato in collaborazione con La Falena 2 S.r.L. il progetto la lava , un progetto sociale d’imprenditoria che consiste nella gestione di un lavaggio auto a Sarzana (Sp). Sono stati i ragazzi, per lo più richiedenti asilo di etnia sub sarhiana; a decidere per tale attività. La presidente della Associazione la Falena ha provveduto a dare i fondi necessari per l’inizio attività. Manca ancora qualche mese al primo anno di vita che sarà momento di bilanci, proposte e migliorie.
Progetto "vieni con me"
- Si chiama “Vieni con me” il nuovo progetto di solidarietà sociale lanciato dall’associazione “La Falena” di Massa che vuole lanciare alla Spezia il cohousing, letteralmente formula abitativa condivisa che garantisce vantaggi economici e combatte la solitudine. Il piano del sodalizio toscano riguarda anziani e persone fragili. «Vogliamo aiutare i pazienti che vivono particolari situazioni di necessità, a creare un percorso di assistenza all’abitare», ha sottolineato Elisabetta Bonfico, esponente dell’associazione “La Falena”. Si tratta di un progetto innovativo per lo Spezzino che punta sulla creazione di comunità già sperimentato in Nord Europa. «Gli anziani invece di andare in casa di riposo o in struttura sanitaria possono abitare insieme dividendo spese e servizi. Ad assisterli ci sono i volontari in determinate ore da stabilire. In questo modo si ottengono due risultati: si evita il ricovero contenendo anche le spese per le famiglie e si garantisce ai pazienti un coefficiente di vita migliore restando in abitazione, addirittura in comunità con altri così da evitare la solitudine e mantenendo una certa indipendenza», ha proseguito. «Ad oggi sono molte le situazioni di difficoltà che un anziano o una persona fragile e di conseguenza i familiari incontrano rispetto alla sistemazione abitativa. In molti casi l’aiuto economico fornito dalle istituzioni non basta a integrare la pensione per poter vivere in una strutturai. Potrebbe bastare un aiuto teso a unire le forze tra più persone per riuscire a creare una situazione positiva sotto più punti di vista. Primo per il beneficio economico dovuto alla condivisione di spese e servizi e poi da quello sociale perché creando percorsi di coabitazione che uniscano le esigenze delle persone fragili si ottiene una soluzione virtuosa». Ha proseguito: «Penso, per esempio, a un'alimentazione sana che possa soddisfare le esigenze dei pazienti, la possibilità di accompagnamento a visite mediche o appuntamenti sanitari e la somministrazione di farmaci senza dimenticare la possibilità di ricevere piccoli interventi infermieristici combattendo la solitudine e favorendo processi di socializzazione fondamentali. Le esperienze di cohousing permettono con personali di ausilio di garantire tutte queste necessità senza però essere ricoverati». E ha spiegato: «Per questo il progetto "Vieni con me" si propone di fornire soluzioni abitative e assistenziali sia per sollievi temporanei che per sistemazioni definitive in appartamenti messi a disposizione dagli utenti o dell'associazione. Si tratta per la nostra realtà di una sfida importante che si basa sull'esperienza accumulata negli anni di aiuto ai migranti inseriti in abitazioni Alla Spezia potrebbe presto giungere il primo appartamento comunità in questo senso».
progetto "senza fissa dimora"
Le persone senza dimora (d’ora in poi S.D.) costituiscono un dato sociale in forte aumento, tipico dei paesi ricchi, tra cui il nostro. Questo fenomeno rientra in quello più generale dell’esclusione abitativa (homelessness), che comprende oltre ai Senza Dimora, anche Le famiglie sfrattate i nomadi, immigrati, parte dei malati psichici e chiunque non veda soddisfatto il diritto ad avere una casa, a questi si aggiungono situazioni particolari come quelle dei padri separati oppure quei casi in cui un membro di un nucleo per varie ragioni deve essere allontanato.. In Italia si calcola che almeno 500.000 persone non riescano ad avere un’abitazione degna di questo nome, e tra queste il numero dei S.D. si aggira tra le 65.000 e le 110.000 unità; queste non sono che una parte dei sei milioni e mezzo di poveri rilevati recentemente dalla “Commissione d’indagine sulla povertà e l’emarginazione in Italia”. Ci troviamo di fronte ad un fenomeno complesso che interessa e colpisce individui in cui la caratteristica comune è, paradossalmente l’eterogeneità delle problematiche. Nella provincia di La Spezia, ormai da molti anni si verificano problematiche ambientali ( lavorative, sociali, familiari) che concorrono ad un aumento esponenziale del fenomeno degli S.D, soprattutto si rileva un grande emergenza per ciò che riguarda le famiglie sfrattate, i padri separati, le famiglie che per un periodo necessitano di stare divise , in particolare ci riferiamo alle donne maltrattate e agli uomini maltrattanti.. Il progetto tende a rispondere e a soddisfare il bisogno di numerosi concittadini che si trovano a seguito del periodò di particolare crisi e difficoltà economica ,che sta attraversando il nostro Paese ed in particolare la nostra Provincia dove la disoccupazione causata dalla chiusura di numerose aziende e fonti lavorative , si ritrovano senza una condizione abitativa alla base di quello che potremmo definire una situazione di diritto e dignità umana. Ad oggi vari Comuni hanno risposto a questo bisogno attraverso strutture turistiche alberghiere dando la possibilità di Accoglienza notturna ma senza un modello di reintegrazione sociale che oltre a rispondere alla singola esigenza abitativa possa provvedere alla stesura e presa in carico di un progetto incentrato sulla situazione individuale della persona inserita.